Museo etnografico

Il Museo Etnografico dei Mestieri del Fiume di Rivalta sul Mincio  www.comune.rodigo.mn.it/biblioteche-comunali si trova in un antico edificio ristrutturato, il loghino Ariello, affacciato sull’ansa del fiume nel cuore della Riserva Naturale delle Valli del Mincio.
Tutelata dalla convenzione di Ramsar del 1971 come zona umida d’importanza internazionale, la riserva naturale, è anche riconosciuta Zona di protezione Speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e Sito d’Importanza Comunitaria per la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica. L’esposizione museale, curata nell’allestimento, tra gli altri, dal noto naturalista Ariodante Franchini, è strutturata su due piani e si pone due obiettivi ambiziosi: uno naturalistico, cercando di divulgare la conoscenza dell’ambiente fluviale nelle sue molteplici forme ed uno etnologico, conservando la testimonianza dei lavori della palude, dell’interazione dell’uomo con la natura e raccontando di Rivalta come di un paese legato indissolubilmente al Mincio. Nel dialetto rivaltese non esiste alcun termine che nomini il fiume ma solo al “Mens”, il Mincio, quasi fosse un famigliare o una persona cara.

Il percorso espositivo si articola nelle seguenti sezioni:

– al piano terra si trovano la stanza del tempo dove viene illustrata la geomorfologia del territorio, la storia della presenza dell’uomo, delle sue opere idrauliche e di regimazione e la stanza della vita quotidiana, dove è stato ricostruito un ambiente domestico tipico dell’epoca.

– Nello stesso piano, ampi spazi sono dedicati alla flora e alla fauna della riserva naturale per fornire un’idea dell’elevato valore di biodiversità che questo complesso ecosistema racchiude.

– Al piano superiore, Il lavoro dell’uomo nella Valle è ampiamente illustrato nella stanza dedicata alla pesca, alla caccia, vietata dal 1977, alla raccolta della canna palustre e della carice dove sono esposti vari oggetti legati alle attività che sono state tipiche di un territorio dove, ad un certo punto, i contadini di terra sono diventati contadini di palude.

Un’importante sezione del museo è dedicata al Calafato, professione artigianale ormai scomparsa legata alla costruzione delle barche che venivano utilizzate in palude per le varie attività.