Il Mincio balneabile

Quando il Mincio era balneabile

Il Mincio e la sua Corte, non hanno rappresentato solamente una fonte di sostentamento e luogo di lavoro importantissimi, ma sono stati anche luogo di incontro, di festa e di socializzazione. Fino alla fine degli anni ’70, i Rivaltesi hanno potuto fare anche il bagno per trovare refrigerio dalla calura estiva, per svagarsi nei giorni di festa o dopo il lavoro. Momenti per consolidare vecchi rapporti di amicizia e farne nascere di nuovi. C’era chi nuotava, chi faceva i tuffi (fichet), a qualcun altro bastava un piccolo rialzo per azzardare una punpiera (tuffo con le ginocchia abbracciate, strette al petto e “caduta” con il sedere). Gli uomini e i bambini giocavano e nuotavano durante la giornata; le donne, invece, con discrezione, azzardavano il bagno la sera. Attualmente tutto questo non è più possibile. A causa della scarsità di acqua e dell’inquinamento provocato dagli scarichi agricoli, industriali e dalla maleducazione degli uomini, Il nostro fiume non è più balneabile.

 

I culur da Mens

Al verd di canèi,
al ros dal cel
I culura al mens
ch’a pasa pian,
cun i su penser.
Li bef, in d’an vul bas,
li rundanini, an po ‘d culur
e s-ciap da sturli
i pasa a nìul.
Na scarva curiusa
la ven sö a buchet
a vardà ‘n tarabüs
ch’a ula pianin
da na pianta
aq cl’ àatra.
La pasara canèla
la canta l’ültima cansun
intant che li rani
li taca ‘l su cuncèrt.
L’aqua la pasa, calma,
cume la sera,
cume la val
e l’as pòrta dre
li miseri dl’ òm,
ch’li finirà
in dal mar,
urmai disprà.

TOM ANNO 1993

 

I colori del Mincio

Il verde delle canne,
il rosso del cielo
colorano il Mincio
che passa lento,
con i suoi pensieri.
Bevono, il volo radente,
le rondini, un po’ di colore
e una moltitudine (stormi) di storni
passano a nugoli.
Una scardova curiosa
emerge boccheggiando
a guardare un tarabusino
che vola piano
da un albero
all’altro.
Il cannareccione
canta l’ultima canzone
mentre le rane
iniziano il loro concerto.
L’acqua passa, calma,
come la sera,
come la palude
e porta con sè
le miserie dell’uomo,
che finiranno
nel mare
ormai disperato.

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ANNO 1929 – IL “RIVALTA”, VAPORETTO CON BARCONI PER IL TRASPORTO DELLA GHIAIA

ANNI 20 – LABORATORIO PER LA LAVORAZIONE DELLA CANNA E DELLA CARICE

ANNI 50 – ARELLAIE “ARLUNSI” AL LAVORO NELL’AZIENDA TODESCHI

ANNI 60 – ESTATE RIVALTESE TRA UN TUFFO E L’ALTRO

ANNO 1961 – RISTORO A CORTE MINCIO DOPO IL CONSUETO BAGNO